Il nostro tennis senza Eddy oggi sembra vuoto, senza allegria, senza parole. Le brutte notizie viaggiano troppo veloci, vigliacche. Ti prendono allo stomaco, alla gola e forse scrivere adesso è il modo migliore per combattere il dolore per un amico che se ne è andato per sempre. Eddy al Tennis Club Napoli era parte di noi, di una comunità di tennisti, di appassionati, di giocherelloni innamorati dello sport. Eddy aveva un radar che nessuno di noi ha mai avuto: sapeva intercettare il tennis in tutte le sue forme. Lo faceva prima di tutti, anche dei giornalisti. Un torneo non era torneo davvero senza di lui. Sapeva già tutto, prima che tutto incominciasse. E ti informava senza segreti inutili, ti raccontava, ti sorprendeva per quanto sapesse di tennis, di sport e di tutto quello che ruotava attorno al nostro sport. Era competente, capiva il tennis e lo amava. Gli piaceva conoscere e adorava chiedere, informarsi, fare domande quasi sempre sensate. Sembrava proprio un bravo giornalista, e forse lo sarebbe diventato se avesse avuto davvero voglia. Non c’era articolo di giornale che non iniziasse senza aver sentito anche un po’ Eddy. La sua presenza ai tornei internazionali del nostro club era una costante, un classico, con una storia antica e bellissima. Lui c’era già negli anni 90 e poi dopo e sempre fino alle nostre ultime edizioni. Con il suo pass “guest” che era un classico del torneo e che gli preparava come sempre Angelo Chiaiese. I tornei al Tennis Napoli erano i più importanti per lui, ed erano anche l’occasione per stare di più insieme e per parlare di tennis. Poi, Eddy iniziava il suo tour in giro per il mondo, instancabile viaggiatore, seguendo i tornei in tutti i continenti. Lo vedevamo in prima fila in tribuna a Barcellona e poi a Montecarlo, naturalmente a Roma, al Roland Garros. Per il tempo e la passione dedicata al tennis avrebbe potuto fare mille lavori importanti nel mondo del tennis. Ma era solo un innamorato del nostro sport e a lui questo bastava. Si sentiva felice nel Grande Circo delle Racchette ed era ricambiato nell’affetto. Non c’è tennista che non gli abbia voluto bene, che non lo salutava con calore in giro per i tornei del mondo. Carlos Moya in particolare, anche quando era numero 1 del mondo, e poi Nicolàs Almagro, forse il suo migliore amico. Proprio quei tennisti spagnoli che amavano più di tutti la sua compagnia, la sua allegria, il suo modo di scherzare, ovunque e comunque.
Potremmo fare mille esempi, ne basta uno, un meraviglioso ricordo di Marco Postiglione: “Agli Internazionali d’Italia di Roma, qualche anno fa, nella sala ristorante del Foro Italico ero a pranzo con Edmondo. Poi entra Rafa Nadal, accompagnato da un codazzo di amici e da un brusio di ammirazione in sala. Il campione spagnolo si ferma al nostro tavolo e invita Edmondo a pranzare con lui. Ma il nostro Eddy, sincero e con i suoi modi spicci e unici, gli risponde secco: Non vedi che sto già pranzando con un mio amico? Rafa sorride e si scusa. Pochi giorni dopo Eddy sarà a Parigi per applaudire il decimo trionfo di Nadal. E in tv, in mondovisione, quando inquadrano lo zio Toni esultare per la vittoria di suo nipote, riprendono anche Eddy al suo fianco, il primo a congratularsi e a essere abbracciato per il clamoroso trionfo di Rafa”.
Non abbiamo mai capito se Eddy fosse più tifoso dei giocatori azzurri o proprio degli spagnoli. Glielo abbiamo chiesto mille volte ma lui su questo non si è mai davvero sbilanciato. E in fondo oggi non serve più saperlo. Quel ragazzo cresciuto con noi, che faceva parte di noi, amico di tutti noi, che conosceva e amava il tennis come forse nessuno se ne è andato all’improvviso lasciandoci un vuoto enorme. Ci resta il ricordo del suo vociare ritmato, delle sue intuizioni, della sua ingenuità di ragazzo mai davvero cresciuto che si trasformava in competenza. E ci resta un pass “guest” che un giorno ci ha lasciato per ricordo dopo un torneo al Tennis Napoli, rinunciando per una volta alla sua immensa collezione iniziata quando era poco più di un bambino. Oggi il nostro tennis, noi senza di te, abbiamo scoperto una cosa che forse non sapevamo o che avevamo dimenticato: siamo ancora una famiglia fatta di passione, di sport e di buoni sentimenti. Siamo amici tuoi.
Marco Lobasso